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La nascita di Tex. Tex vince la sfida. Il nome.

LA NASCITA DI TEX.

Sergio Bonelli: "Erano i primi anni di vita della nostra attività editoriale ed era il momento giusto per fare dei tentativi..." (51)

Il 1948: in questo anno uscì la “Serie d’oro Audace” con il nuovo personaggio chiamato “Occhio Cupo”. Luca Raffaelli: “A questo personaggio dimenticato, legato al genere cappa e spada e alla passione di Bonelli per i tre Moschettieri, erano dedicate le maggiori attenzioni e le speranze di gloria”. (1)

"Nel realizzare Occhio Cupo Aurelio Galleppini attinge a piene mani, dal punto di vista grafico, dai suoi maestri americani: mi riferisco a grandi fumettisti degli anni Trenta e Quaranta come Alex Raymond, Harold Foster, Burne Hogarth". (59)

Chiesero a Gianluigi Bonelli: "Lei è un grande scrittore o solo un uomo fortunato? Per quanto riguarda Tex, sono in gran parte un uomo fortunato. Ho scritto cose molto più belle, come i romanzi 'Yorga', 'I dominatori dell'abisso', 'Artagow'... e, nel campo dei fumetti, 'Occhio Cupo', che però era forse una storia troppo inverosimile". (42)

"Le edizioni Audace puntavano moltissimo su Occhio Cupo, un personaggio studiato per affascinare i palati fini del fumetto italiano, un pò meno si attendevano da Tex Willer meno curato nella veste grafica ed editoriale". (46) (esempio di tavola curata di Occhio Cupo e prima striscia di Tex) 

"Otto paginone componevano ogni episodio di Occhio Cupo". (55)

Parlerò ancora della velocità con cui Galleppini realizzava il primo Tex in occasione del numero 1 della serie. Ma è un fatto che Galleppini era capace da anni di realizzare grandiosi disegni, ma dedicava poco tempo alle prime tavole di Tex e il piccolo formato lo penalizzava.

"Avevano riposto le proprie speranze in capo ad Occhio Cupo presentato in un innovativo formato ad albo gigante (prototipo del classico 'formato Bonelli', che consentirà a Galep di esprimere il meglio di sé attraverso un disegno dinamicissimo ed estremamente accurato, di gran lunga superiore agli standard dell'epoca)". (47)

Sergio Bonelli disse che era "un albo destinato a una elite che capisse un disegno raffinato, curato. Alla sera, a tempo perso, faceva queste striscette su un cowboy destinato a diventare uno dei tanti nelle edicole di quel periodo. Con nostra grande sorpresa Occhio Cupo non ha avuto successo, mentre questa strisciolina, disegnata in gran fretta e che mio padre scriveva molto velocemente, via via ha riscosso i consensi dei lettori". (48)

Tex "venne ideato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini come fumetto di 'sostegno' all'altro personaggio a cui stavano lavorando all'epoca, Occhio Cupo". (53)

Narra Galleppini: "Partecipai con entusiasmo alle fasi preparatorie della nuova pubblicazione. Infine la decisione imprevista, che dava fiducia alle ipotesi emerse come più valide, fu di produrre non una bensì due nuove testate. Il primo periodico avrebbe avuto un formato più grande e mirava al successo attraverso un'impostazione grafica particolarmente curata. Era il prodotto 'di qualità', presentato come 'Serie d'oro Audace' e per il quale fu scelto come titolo il nome del suo primo personaggio, 'Occhio Cupo'. Ne sarei stato curatore unico nonché direttore artistico. Il secondo fumetto avrebbe avuto lo stesso formato di un periodico già in edicola, 'Il piccolo sceriffo', edito da una casa editrice torinese; il formato, del tipo 'a striscia', rappresentava, dal lato commerciale, l'ideale per quei tempi in cui i mezzi e le materie prime, compresa la carta, scarseggiavano. Inoltre era  tascabile, facile da nascondersi fra le pagine di un quaderno o di un libro: vantaggio da non sottovalutare nella temperie di 'proibizionismo culturale' di quel periodo, in cui il fumetto era visto alla stregua di un veicolo di corruzione dei ragazzi o, quantomeno, come il prodotto di una sottocultura che privava di ogni stimolo e modello di 'bello scrivere' e che, rappresentando visivamente ciò che la parola scritta costringe a immaginare, rendeva pigra la fantasia. (E' chiaro che i censori del tempo non prevedevano neppure lontanamente lo sviluppo della televisione). Le storie di questa seconda testata sarebbero state ambientate nel West, come quelle del 'Piccolo sceriffo', e per le sceneggiature la signora Bonelli decise di rivolgersi all'ex marito, Giovanni Luigi Bonelli, specialista nel settore". (31)

"Gino Casarotti, che come Marino Tomasina è un editore proprietario di una tipografia, concepisce l'idea di stampare dei fumetti a striscia. Il primo editore che esce in edicola con quel formato è, però, Tristano Torelli con 'Il Piccolo Sceriffo' seguito poi dagli altri editori". (68)

Graziano Frediani: “Sia il quindicinale “Occhio Cupo” (stampato in un formato “a quaderno”, più elegante e costoso della media), sia il settimanale “Tex” (relegato in uno smilzo ed economico formato “a striscia”, ideale per risolvere il problema del costo della stampa e della penuria di carta), vennero affidati a un giovane disegnatore, Aurelio Galleppini”. (2)

Galep “tratteggiava con elegante minuzia tavole di grande formato sulle quali prendeva vita Occhio Cupo”, ma “si dedicava con maggiore sveltezza” alle strisce di piccolo formato di  Tex. (3)

“Prezzo di copertina di Occhio Cupo: addirittura trenta lire. Prezzo di copertina di Tex: soltanto quindici lire”. (4)

"Per entrambi 36 pagine" comprese le 4 di copertina (40)

“L’ariosità del formato, l’eleganza della confezione e la cura del dettaglio grafico da parte di un minuzioso Galleppini mostrano quanto la Casa editrice creda soprattutto” in Occhio Cupo. (5)

"Quando ero giovane ero molto veloce ed ero un lavoratore indefesso" che non si stanca mai, instancabile, infaticabile, assiduo "realizzavo anche due o tre tavole al giorno". (52)

Franco Busatta: "I due autori puntano tutte le loro carte su "Occhio cupo". (9)

"In questo personaggio Galep mise tutta la sua maestria, inventando scene davvero affascinanti, in cui i personaggi erano immersi nelle ombre e nelle luci della foresta, vivevano in un'atmosfera in cui l'avventura si mescolava al sentimento, l'esotismo alla drammaticità, in un tripudio di neri e di bianchi armoniosamente fusi. Questo fu Occhio Cupo". (38)

"E' stata ormai ufficialmente fissata al 30 settembre 1948 la data di nascita di Tex: una ufficializzazione resasi necessaria già vari anni fa quando, crescendo la sua fama e orientandosi l'interesse dei primi studiosi sul personaggio, emerse fra di loro un qualche contrasto su questo dato, in quanto quel primo ormai glorioso albetto a striscia di Tex era uscito nelle edicole italiane non nello stesso giorno esatto, ma in momenti diversi". (43)

La data di uscita in edicola del primo numero di Occhio Cupo è stata fissata nel 1° ottobre 1948 (il giorno dopo della data che è stata “fissata” convenzionalmente come nascita di Tex).

Il figlio preferito dell’intera Casa Editrice, “Occhio Cupo”, a cui erano dedicate le maggiori fatiche, però, non ottenne grande successo a causa della scarsa popolarità del genere.

Davide Castellazzi: “Occhio Cupo non riscuote grande successo e chiude dopo soli sei numeri”. (6)

Chiesero a Galep: "Il suo primo personaggio seriale è stato Occhio Cupo. Ricordo che era un albo molto bello, con splendide copertine e storie molto attraenti. Secondo te, perché non ha avuto quel successo che sicuramente meritava?" E Galep: Quel giornale, di cui ero direttore artistico e dove, tra l'altro, scrivevo delle lezioni su come si facevano i fumetti, aveva ricevuto non pochi encomi a quei tempi, eravamo nel primo dopoguerra quando giornaletti belli in giro non ce n'erano. In effetti era un albo molto bello, rappresentava il vero fumetto, il vero racconto, curato sotto tutti gli aspetti. Forse per l'epoca era troppo costoso, per cui chiuse presto i battenti". (35)

"Per la testata di 'Occhio Cupo' Galep, di cui era direttore artistico, arrivò addirittura a creare una specie di concorso per aspiranti fumettisti, con tanto di corso di disegno e sceneggiatura pubblicato in terza di copertina. In appendice al già prezioso albo, in quarta si trovava una pagina della splendida riduzione galleppiniana de 'Il Libro della jungla', stampata a inchiostro blu; l'opera rimase incompiuta, solo 12 tavole furono pubblicate, apparse in altrettanti albi fino alla chisura della testata" la Serie d'Oro Audace che nei primi sei albi conteneva 'Occhio Cupo'. "Fu un peccato, 'Occhio Cupo' era visto come un albo di sicuro successo: il livello di accuratezza grafica e di documentazione era altissimo". (44)

 

TEX VINCE LA SFIDA.

“Tex invece prosegue. Non rappresenta ancora un clamoroso caso editoriale, però passo dopo passo comincia la maratona che lo porterà molto lontano”. (7)

Graziano Frediani su “Le Frontiere di carta”, del 1998: “Eppure, fu proprio quell’eroe longilineo e nervoso (tutt’altra pasta, rispetto a Occhio Cupo!), nato nottetempo, fra un caffè e l’altro, a colpire il cuore dei lettori. Di sicuro, quando apparve in edicola la prima avventura di Tex, 'Il totem misterioso' (dove il protagonista, nei guai con la Legge, mette mano alle pistole, dall’alto di una gola, sussurrando a denti stretti la sua prima, leggendaria frase: “Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?'), nessuno, tantomeno i suoi creatori, sarebbe riuscito a immaginare l’immensa, interminabile fortuna che lo avrebbe accompagnato, trasformandolo, nel giro di mezzo secolo, nel più popolare, e più amato, fra i personaggi dei comics italiani”. (8)

Quando vede la luce Tex, Sergio Bonelli ha 16 anni, essendo nato nel 1932.

Luca Raffaelli ricorda che a Occhio Cupo “si destinava il lavoro durante le ore del giorno. Così a Tex rimanevano quelle della notte, talvolta fino a molto tardi”. (10)

Aurelio Galleppini: “In quegli anni, facevo vita da bohémien”. (11) (cioè una vita precaria quasi da zingaro, dalla parola francese per Boemia, luogo d’origine degli zingari, usato per indicare la vita disordinata degli artisti che vivevano alla giornata, di solito non ancora affermati; che conduce una vita da “bohème”, un’opera di Puccini che narra della vita povera e spensierata di quattro giovani in cerca di successo)

“Abitavo a Milano in un monolocale che dividevo con un certo Gino Rognoni. E forse nessuno sa che questo Rognoni, oltre a essere un bravo disegnatore meccanico, è stato il primo calligrafo di Tex, cioè colui che scriveva a mano le parole nei balloons. Il lavoro era frenetico: di giorno disegnavo un altro personaggio scritto da G. L. Bonelli, Occhio Cupo, e di notte dovevo fare Tex. Mai un attimo di pausa: io finivo le strisce e le passavo a Gino, che faceva il cosiddetto ‘lettering’”. (12)

Dice Galleppini che questo giovane disegnatore tecnico, Gino Rognoni, una brava persona, fu poi il calligrafo iniziale delle pubblicazioni che stavano per nascere". (30)

Graziano Frediani parla dei ricordi di Galleppini, che raccontava: “Mi misi al lavoro dando la precedenza a ‘Occhio Cupo’, perché lo ritenevo la carta vincente. L’esecuzione di una tavola richiedeva quasi un’intera giornata. Il disegno era molto curato e la documentazione altrettanto. Finivo quel lavoro verso il crepuscolo, il tempo giusto per mandare giù un boccone, e quindi riprendere con l’altro fumetto. Per accudire ai disegni di ‘Tex’, facevo le ore piccole, con grande disagio del mio compagno di stanza, che non era abituato a quegli orari”. (13)

Galleppini scrive: "nonostante la mole di lavoro, ricordo con nostalgia la vita 'bohémienne' di quel periodo. Eravamo così sregolati, io e l'amico Gino Rognoni, da trovar modo di scherzare anche quando i ritmi di lavoro sembravano abbrutirci. Di questo prender tutto per gioco qualche traccia è rimasta anche nei primi numeri di 'Tex', Spesso, per riempire il vuoto che restava nei colonnini delle didascalie, inserivo piccoli disegni surreali: una caffettiera, se in quel momento bolliva il caffè; se il cane dei vicini abbaiava, ci mettevo un cagnolino e così via. Per quasi un anno rimasi in coabitazione con Gino e il lavoro procedette sempre con la stessa frenesia ed entusiasmo con cui era cominciato. In seguito, al ritorno da una breve visita in Sardegna, fui ospitato in casa Bonelli. La nuova sistemazione, tuttavia, al di là delle generose intenzioni dell'editore, mi creò qualche difficoltà, poiché non mi sentivo di imporre ai miei ospiti la vita sregolata che conducevo nella stanza del mio amico e, d'altra parte, il lavoro protratto nelle ore notturne era indispensabile se dovevo continuare a seguire i due periodici. Comunque il problema si risolse ben presto da sé, quando Tea Bonelli decise di sospendere le pubblicazioni di 'Occhio Cupo'. Forse per il prezzo troppo alto per quei tempi, le vendite del periodico, su cui s'era fatto tanto affidamento per il rilancio dell'editrice Audace, erano calate talmente da rendere consigliabile la chiusura della testata. Viceversa, le tirature di 'Tex' crescevano progressivamente, sicché, alleggerito del lavoro dell'altro giornale, fui stimolato a dedicarmi con maggiore impegno a quello ch'era stato un pò come il brutto anatroccolo della produzione editoriale Audace. Contemporaneamente mi trasferii in Liguria". (34)

Sergio Bonelli: “Nella città ancora devastata dalla guerra, il nostro ‘emigrante’, all’inizio, non trovò altra sistemazione se non quella di lavorare, e, persino, di dormire, in una stanza-studio di fianco a quella in cui dormivo io, allora adolescente, in quella nostra casa che rappresentava non soltanto l’abitazione della famiglia, ma anche la redazione della Casa editrice. Ogni sera, quindi, quando io lo salutavo per andarmene a letto, lo vedevo sistemare un mucchietto di strisce bianche sullo stesso tavolo da disegno sul quale, per tutto il giorno, si era accanito a disegnare le pagine di ‘Occhio Cupo’. E proprio il filo di luce che filtrava da sotto la porta chiusa è il ricordo più vivido, e commovente, che mi balena nella mente, quando mi concentro sulla persona di Galleppini”. (14)

A quel tempo la redazione era in via Saffi. (39)

"Tex, il personaggio 'sfavorito' rispetto ad Occhio Cupo prende pian piano piede. Neanche Galep lo prevede tanto che scherza sulle strisce di Tex abbozzando ai margini delle didascalie simpatici disegnini che raffigurano momenti della sua giornata lavorativa: una caffettiera che sbuffa, un cagnolino innamorato, una lambretta da acquistare, una lettera d'amore, ecc.". (54)

Franco Busatta a Sergio: "Aurelio Galleppini lavora alacremente, divertendosi a infilare di straforo, nelle pagine di Tex, deliziosi disegnini caricaturali, all'interno dei colonnini contenenti le didascalie. A te piacciono? Ma sì, li accetto come espressione dello spirito un pò goliardico che accompagna la rinascita del fumetto italiano. Si tratta di uccellini, pesciolini, automobiline e cagnolini buffi che rappresentano spesso una serie di messaggi giocosi riferiti ai problemi quotidiani di Galep. Introducono cioè nella 'fiction' fumettistica accenni a ciò che gli succede nelle pause che interrompono i massacranti ritmi di lavoro. Il suono della sveglia, lo sbuffo della caffettiera, un incidente automobilistico, la pipì del cane, o l'immagine di mia madre sulla sua prima macchina, una Cinquecento, fanno così da contraltare alle sparatorie, ai rapimenti, alle vendette, ai duelli, agli inseguimenti, ai totem misteriosi, ai tesori perduti, alle lunghe galoppate nelle sconfinate distese della prateria contenuti in quei primi albi, in cui Bonelli e Galleppini orchestrano le prove generali del Tex attuale". (61)

Galleppini: "Mi dedicavo dalle otto di sera fino, talvolta, alle quattro del mattino, a disegnare le strisce di Tex" (22)

Quelle strisce bianche dove sarebbe nato Tex, diceva Sergio di Galleppini, “rappresentavano, a suo dire, il suo relax notturno dopo le fatiche e la tensione dell'impegno profuso nel disegnare un personaggio sul quale la Casa editrice puntava molte delle sue carte. Io, studente quindicenne, mi infilavo a letto, leggevo un bel po’, come era mia abitudine e, quando, all’una di notte, spegnevo la lampada accanto al mio letto, l’altra luce filtrava ancora attraverso la porta. Non saprei dire fino a che ora Galep rimanesse al lavoro. Ma, quando mi alzavo per recarmi a scuola, eccolo di nuovo seduto al suo tavolo a mostrarmi, con l’aria di chi quasi volesse scusarsi, una dozzina di strisce ricche di immagini dinamiche e affascinanti, che parlavano immediatamente agli occhi, al cuore e alla fantasia. Fu proprio in una di quelle mattine che Aurelio mi fece conoscere un nuovo protagonista dei nostri fumetti. Nella sua pignoleria professionale era arrivato al punto di abbozzare, a mano, non soltanto lo spazio dei 'balloon' ma, persino, le parole che vi erano contenute. E nella prima vignetta di quella nuova striscia si poteva vedere una sorta di cowboy che guardava verso l'orizzonte ed esclamava: 'Per tutti i diavoli! Che mi siano ancora alle costole?' Ecco, mentre io dormivo tranquillamente, con la complicità delle sceneggiature di mio padre Gian Luigi, nella stanza accanto era nato Tex Willer”. (15)

Luca Raffaelli racconta: “Nella redazione milanese si lavora e si dorme e Sergio, allora sedicenne, non riesce mai a sorprendere Galleppini addormentato. Sembra che lavori sempre, anche a notte fonda e al mattino presto”. (16)

Sergio Bonelli: "Aurelio da principio viveva in casa mia e quindi diventammo ottimi amici". (64)

"Galep, lasciato l'appartamento della Bonelli che l'ospitò al momento del suo arrivo a Milano, divise con l'amico Gino Rognoni un monolocale al piano terra di via Correggio, zona San Siro. Nel cortile gironzolava un cagnolino, curiosamente ripreso da Galep nelle didascalie. Sempre in queste ultime, se prestate attenzione, c'è spesso anche un pesciolino. Quest'ultimo nuotava nel piccolo acquario di Rognoni, proprio accanto al Galep. Se vi chiedete cosa diavolo ci faccia una pipa o un cagnolino con la pipa in quelle didascalie, beh... dovete sapere che l'artista era un accanito fumatore, nel dopoguerra quando ancora viveva a Cagliari, i militari americani erano infatti soliti pagare le caricature o i ritratti che faceva loro con delle stecche di sigarette!" (62)

Per i disegnini di Galep vedi TEX - 1948 - TEX TRE STELLE - L'AUTOCENSURA

"Il signor Rognoni, il primo 'letterista' di Tex di errori ne ha commessi a bizzeffe. Non sempre però la colpa fu sua, esiste un'infinita gamma di errori dove il povero Rognoni c'entra ben poco" (63)

“Aurelio disegnava ininterrottamente, ristorandosi con robuste dosi di caffè”. (17)

Galleppini in un intervista: "Tutto il giorno lavoravo per 'Occhio Cupo' che mi impegnava parecchio, poi la notte facevo 'Tex'. Ma tu sai cosa vuol dire lavorare di notte fino alle quattro, le cinque del mattino? Era una cosa diabolica! Quindi 'Tex' era uno spavento come qualità, tanto che avevo pensato di lasciarlo, invece Occhio Cupo chiuse di li a poco per cui mi buttai totalmente su 'Tex'". (36)

Raffaele De Falco e Pino Di Genua suggeriscono, riguardo a Tex: "Forse anche per questo lo realizza, per sciogliere la mano tenuta a freno dalla ricerca del massimo risultato sulle tavole eseguite durante le ore di luce; è quasi un modo per rilassarsi". (20)

"La forma letteraria e lo stile illustrativo sui quali si poggiava Occhio Cupo erano, nell'insieme, sontuosi, barocchi, decisamente datati. Quelli che contraddistinguevano Tex, invece, erano scarni, essenziali, pieni di tensione, come se fosse proprio il suo nascere dopo le fatiche quotidiane che comportavano i mille intrighi, i mille abbordaggi, le mille scaramucce in cui era impegnato Occhio Cupo, a conferirgli una scioltezza e una vitalità ben più in sintonia con i gusti dei lettori del Ventesimo secolo. Certo, nella prima vignetta della striscia, la frase che proferiva guardando l'orizzonte ('Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?') già lasciava intuire una impostazione grafico-narrativa di taglio cinematografico, e dunque drammatica, dinamica, sostanzialmente realistica". (56)

Franco Busatta a Sergio Bonelli: "Forse il fatto che Tex sia un personaggio meno progettato, realizzato alla svelta, consente che il talento e la grande capacità comunicativa di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini emergano al meglio... E possano fluire più liberamente verso i lettori..." Sergio: "E poi, mentre Occhio Cupo viene pubblicato in grande formato, Tex è favorito dall'albo a striscia, inaugurato con grande successo all'inizio del 1948 dalla Mondadori con 'Gli Albi tascabili di Topolino', seguiti a ruota da un altro grande boom dell'epoca, 'Il Piccolo Sceriffo', pubblicato da Tristano Torelli, nostro buon amico di famiglia". (60)

"Per il momento non possedevo del materiale adatto per documentarmi e non avevo il tempo per procurarmelo, ma sopperivo a queste carenze, pescando nella mia memoria immagini di film a cui avevo assistito in epoche diverse. Per 'Occhio Cupo', mi fu più facile ricordare, perché nel dopoguerra andavano di moda i film in costume e mi vennero in mente tutti quelli pirateschi interpretati da Tyrone Power ed Errol Flynn. Di alcuni, proiettati proprio in quei giorni, mi tornarono utili gli schizzi buttati giù appena tornavo a casa dal cinema". (33)

"Le illustrazioni per 'Occhio Cupo' erano certamente più ricche, derivanti dalla visione di celebri film hollywoodiani in costume, famosi lungometraggi di pirati e corsari interpretati da Tyrone Power o dal grande Errol Flynn in 'Captain Blood, o di pellicole ambientate nell'America di fine settecento, ai tempi delle guerre coloniali". (69)

"Quando il carico di lavoro comincerà a essere troppo pesante anche per uno stakanovista come Galleppini, furono usate le vignette realizzate da Albertarelli per Capitan Fortuna, opportunamente ritoccate, pur di far nascere un'altra storia dell'eroe". (37)

“Nel giro di un paio di mesi, questo spossante, adrenalinico “tour-de-force”” (sforzo, impresa faticosa) “finisce: la risposta del pubblico nei confronti di Occhio Cupo è negativa”. (18)

"La testata dedicata ad Occhio Cupo chiuse i battenti dopo soltanto 6 numeri, cedendo il passo alla riduzione de 'L'Orlando furioso'. (45)

Occhio Cupo fu, secondo Sergio Bonelli, su Tex collezione storica a colori speciale n. 1 p. 12 “un fallimento totale, ma anche benvenuto, direi, visto che propizia l’impegno della stessa coppia di autori in un settimanale di piccolo formato, intitolato “Tex” e destinato a rivoluzionare la storia del fumetto italiano!”. (19)

"Tex Willer è il fumetto più celebre e longevo (dopo topolino) della storia d'Italia. E pensare che, nella testa del genitore Gian Luigi Bonelli, si trattava di un personaggio come un altro, nato per caso e destinato ad avere, al massimo, due o tre anni di vita. 'Per mio padre, Tex era solo un personaggio come tanti, ai quali non venne dedicata certo un'attenzione particolare' ha raccontato il figlio Sergio. 'Doveva servire a sbarcare il lunario'". (49)

"E' a Occhio Cupo che i due autori dedicano le migliori energie, è lui il cocco di casa Bonelli. Come nelle favole, sarà però il brutto anatroccolo a spiccare il volo. Occhio Cupo scompare dopo sei uscite: Tex vince alla grande il suo primo duello. Ma non è ancora sul podio. Nonostante le settantamila copie vendute, vanno molto meglio di lui Capitan Miki, Il grande Blek e il piccolo sceriffo. Segno che i giovani lettori dell'epoca vogliono potersi identificare in un personaggio della loro età". (41)

Franco Busatta a Sergio: "Sono bellissime le tavole di Occhio Cupo... Come ha fatto Tex a vincere il suo primo duello? L'insuccesso di Occhio Cupo è dovuto, secondo me, alla scelta del personaggio (un eroe mascherato ispirato ai romanzi di Alexandre Dumas, uno degli autori più amati da Bonelli padre), e alla scarsa popolarità che in Italia ha sempre arriso al genere cappa e spada". (58)

La prima vittoria di Tex su Occhio Cupo si ebbe quindi dopo 3 mesi (6 numeri), quando Occhio Cupo finì la sua avventura in edicola e continuarono mezze riciclate solo per altri 3 mesi (altri 6 numeri). La seconda la ebbe quando Tex venne ristampato in raccoltine due volte, poi in albo d'oro e poi nelle serie giganti fino ai nostri giorni, anche a colori. Anni dopo vincerà ancora su Occhio Cupo quando avrà anche lui una molto curata vignetta quadrupla (che prende cioè due strisce intere) quando le storie verranno scritte per la serie gigante e non più pensate per le piccole strisce. Ne parleremo.  (VEDI ELENCO COMPARATO STORIE - RACCOLTINE)

IL NOME.

Per l'origine del nome Tex Killer vedi anche la terza pagina della sezione GLI INIZI: Le creazioni di G.L. Bonelli.

Secondo Raffaele De Falco e Pino Di Genua "la leggenda vuole che ad ispirare Bonelli nella realizzazione di tale character" o personaggio "sia stata una fortunata coincidenza. De Leo" l'editore da cui Boneli era ospitato a Genova "pubblica una serie di dispense" fascicoli di un opera a puntate "dal titolo Red Killer, di discreto successo e si sta pensando di farne una vera serie a fumetti. Così viene chiesto a Bonelli di scrivere dei canovacci di avventure" degli schemi, abbozzi, tracce dell'opera "per questo scopo. Nel momento in cui li realizza, l'Audace" di Tea "si trova nella fase di rilancio e lo coinvolge; questi testi diventeranno le prime avventure del Tex! Già, perché proprio Tex? La leggenda continua: Bonelli, in auto, sta girando per le strade della città e ad un certo punto, nota l'insegna di un negozio, tale Tex Moda, e decide di ricordarla, chissà che non gli possa tornare utile!" (28)

La città era Milano, secondo Rino Cammilleri. (1)

O Genova, secondo Carlo Schluga. (67)

Esiste una dichiarazione di Galleppini sulla nascita del personaggio che contrasta con le successive informazioni: "La signora Tea lo battezzò subito Tex Killer: il nome poteva anche funzionare, ma il cognome proprio no e così le consigliai di cambiare solamente l'iniziale. La K diventò W, ed ecco Tex Willer!" Non so che dirvi: forse Galep ricordava male. (66)

Sergio Bonelli su Panorama: “Tex doveva chiamarsi Killer” (in inglese 'assassino', 'uccisore') “perché mio padre che masticava l’inglese amava l’idea di un giustiziere. Ma mia madre” (Tea Bonelli, la prima moglie di Gianluigi) “fece un salto sulla sedia: in chiesa già facevano sermoni contro il potere corruttore dei fumetti”. (24)

Tex, "nelle intenzioni originarie di Bonelli, avrebbe dovuto portare il minaccioso cognome di 'Killer', poi addolcito in 'Willer' con un semplice cambio d'iniziale, in modo da non stuzzicare le forbici della censura, assai guardinga nei confronti delle pubblicazioni a fumetti con personaggi disegnati con piglio" tono, carattere "realistico". (50)

Davide Castellazzi dice che Tea fece una “strenua opposizione ”. (25) Forse è un modo di dire.

Comunque Mauro Boselli le fa dire: "Questo nome non ci assicurerà un grande futuro e qualcuno potrebbe obiettare su un personaggio che si chiama killer". (27)

“Per non stuzzicare la furia dei perbenisti, fu subito trasformato nel più rassicurante “Tex Willer”. (26)

Raffaele De Falco e Pino Di Genua dicono che "Galep suggerisce di sostituire la "K" con la "V" e, col tocco del capo, l'editore decide per una "W"". (29)

Galleppini: "Dalla Liguria, dove G.L. Bonelli risiedeva, giunse la prima sceneggiatura di 'Tex Killer'. Dati i pregiudizi esistenti contro i fumetti, il cognome, d'accordo con l'autore, fu cambiato in Willer, prima che si andasse in stampa. Ebbi il piacere di incontrare Giovanni L. Bonelli solo qualche anno dopo a Chiavari, ma era come se lo avessi sempre conosciuto, perché dalle stesse sceneggiature traspariva quel suo carattere schietto e indipendente". (32)

Sergio: "In origine il personaggio è un bandito, un perseguitato. Ma si tratta di una scelta controcorrente". Franco Busatta gli chiede: "E Bonelli rincara la dose proponendo di chiamarlo Tex Killer invece che Willer!" E Sergio: "Sì, forte di una conoscenza della lingua e della letteratura straniere, rara nell'ambiente del fumetto italiano del dopoguerra, sceglie inizialmente il nome 'Killer' per sottolineare che Tex è un giustiziere". Busatta: "Come si passa da Killer a Willer? Qui scivoliamo nella leggenda metropolitana... In realtà, non me lo ricordo. Quel che è certo è che mia madre, che tiene le redini della nostra piccola casa editrice (allora denominata Audace) dal 1946, cioè dalla ripresa delle pubblicazioni dopo la pausa della guerra, non sa l'inglese. In un  modo o nell'altro, però, su indicazione di qualcuno, suppongo, ritiene che il cognome Killer sia troppo provocatorio per coloro che già criticavano la carica di violenza contenuta in genere nei fumetti". (57)

In un altra intervista viene chiesto a Sergio Bonelli: "L'eroe doveva inizialmente chiamarsi TEX KILLER. Galleppini mi disse che fu lui a consigliare suo papà a cambiare KILLER in WILLER. Come andarono realmente le cose?" E Sergio: "Premetto che mio padre era un sostenitore della forza fisica e della violenza. Lui amava leggere i romanzi gialli ben prima della guerra; autori del calibro di Edgar Wallace, S. S. Van Dine, Mickey Spillane, Peter Cheyney, perché erano quei romanzi in cui era presente una certa dose di violenza. E' da lì che lui prese, forse, quel linguaggio che poi usò per Tex, un linguaggio duro e asciutto tanto che il ranger non piaceva inizialmente ai ragazzini. Poi lui conosceva bene l'inglese, l'aveva imparato da autodidatta (aveva tradotto anche dei romanzi di Jack London) e quindi gli venne naturale chiamarlo KILLER, che era una parola della quale, nel 1948, nessuno conosceva il significato. La casa editrice al tempo veniva gestita da mia madre Tea che non sapeva una parola d'inglese (come io del resto) e qualcuno, ma non si sa bene chi, le ha fatto notare il significato della parola Killer. E lei optò per cambiarlo". L'intervistatore: "E fu Galleppini a suggerire WILLER?" Sergio: "E' un mistero. Ci sono cose che si sono perse nella memoria. E' come il logo di Tex. Mia madre dice che è stata lei a idearlo (il che potrebbe essere vero). Mio padre dice che è stato lui, c'è chi dice che è stato quell'altro... Io di certo non sono stato (ride)". (65)

Luca Raffaelli dice che il nome Killer "probabilmente, avrebbe segnato diversamente il suo destino”. (23)

(In seguito Tea Bonelli sarà ritratta da Galleppini nel numero 17)

________________

(1) Luca Raffaelli, 'Nasce fuorilegge, ma è già 'divino'!', su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007, p. 11, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(2) Graziano Frediani, 'Dietro la porta, il West!', su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007, p. 21, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(3) Graziano Frediani, 'L'amico dei maestri', su Zagor collezione storica a colori, Repubblica – L’Espresso, n. 13, 2012, p. 9, 10, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(4) Graziano Frediani, 'Il West sulla pelle', p. 22, su Gli eroi dei fumetti di Panorama, n. 1, luglio 2005, supplemento a Panorama, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

(5) Davide Barzi e Claudio Riva, 'In corsa verso il mito', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano 2010, p. 7.

(6) Davide Castellazzi, 'Nati per l'avventura', su Mister No, edizioni if s.r.l., Milano, n. 1, maggio 2007, p. 207.

(7) Davide Barzi e Claudio Riva, 'In corsa verso il mito', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2010, p. 7.

(8) 1998. Graziano Frediani, “Le Frontiere di carta”, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano, allegato a Tex n. 455.

(9) Fumettology - i miti del fumetto italiano - 1a puntata - Tex, su Rai5, il 20 dicembre 2012, scritto, realizzato e prodotto da Fish Eye Digital Video Creation

(10) Luca Raffaelli, 'Nasce fuorilegge, ma è già 'divino'!', su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007, p. 11, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(11) Tutto Tex n. 3, redazionale, 'Qualche domanda a Aurelio Galleppini (Galep), pagina 2, editoriale DAIM PRESS, 1996, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano.

(12) Tutto Tex n. 3, redazionale, 'Qualche domanda a Aurelio Galleppini (Galep), pagina 2, editoriale DAIM PRESS.

(13) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura", pagina 63, Ikon Editrice, Milano.

(14) Graziano Frediani che cita Sergio Bonelli, 'Dietro la porta, il West!', su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007, p. 22-23, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(15) Sergio Bonelli 'Cari amici', su Tex n. 402, aprile 1994, p. 4, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano.

(16) Luca Raffaelli, 'Chi è Tex', su I classici del fumetto di Repubblica, n. 2, 2003, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma, p. 5 - 6.

(17) Graziano Frediani, 'L'amico dei maestri', su Zagor collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 13, 2012, p. 9, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(18) Graziano Frediani, 'Il West sulla pelle', p. 25, su Gli eroi dei fumetti di Panorama n. 1, luglio 2005, supplemento a Panorama, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

(19) Graziano Frediani che cita Sergio Bonelli, 'Dietro la porta, il West!', su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007,  p. 11, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(20) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Cronistoria editoriale: l''avventura' - parte I - l'inizio '48-'50', p. 12, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(21) Rino Cammilleri, 'Bonelli, l'eroe che inventava eroi di carta', su Il Giornale, 27 settembre 2011, p. 29, Società Europea di edizioni S.p.A., Milano.

(22) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Schede autori: i creatori - Aurelio Galleppini', p. 36, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(23) Luca Raffaelli, "Nasce fuorilegge, ma è già 'divino'!", su Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, n. 1, 2007, p. 11-12, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(24) Sergio Bonelli, Panorama, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

(25) Davide Castellazzi, 'Nati per l'avventura', su Mister No, edizioni if s.r.l., Milano, n. 1, maggio 2007, p. 208.

(26) Graziano Frediani, 'Il West sulla pelle', p. 23, su Gli eroi dei fumetti di Panorama n. 1, luglio 2005, supplemento a Panorama, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

(27) Fumettology - i miti del fumetto italiano - 1a puntata - Tex, su Rai5, il 20 dicembre 2012, scritto realizzato e prodotto da Fish Eye Digital Video Creation

(28) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Cronistoria editoriale: l''avventura' - parte I - l'inizio '48-'50', p. 11 - 12, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(29) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Cronistoria editoriale: l''avventura' - parte I - l'inizio '48-'50', p. 12, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(30) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura', p.62, Ikon Editrice, Milano.

(31) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura', p. 62 - 3,  Ikon Editrice, Milano.

(32) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura', p. 63, Ikon Editrice, Milano.

(33) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura', p. 63 - 4,  Ikon Editrice, Milano.

(34) Dicembre 1989. Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura', p. 70 - 71, Ikon Editrice, Milano.

(35) Luigi Marcianò, 'Galep, Galep, Hurrà!', su Fumetti d'Italia n. 5, Dicembre 1992, p. 10, Editrice Europa S.r.l., Milano.

(36) Luigi Marcianò, 'Galep, Galep, Hurrà!', su Fumetti d'Italia n. 5, Dicembre 1992, p. 10, Editrice Europa S.r.l., Milano.

(37) Luciano Tamagnini 'Dedicato a Galep', p. 16, su "Dime Press, magazzino bonelliano" n. 7, maggio 1994, Glamour International Production, Firenze.

(38) Luciano Tamagnini 'Dedicato a Galep', p. 16 - 7, su "Dime Press - magazzino bonelliano" n. 7, maggio 1994, Glamour International Production, Firenze.

(39) Decio Canzio 'Aurelio Galleppini - un uomo, un'avventura', su 'if' prima serie n. 9, gennaio - marzo 1977, p. 37, Staff di If, Genova.

(40) Luca Raffaelli 'Con 'Repubblica' torna il primo Tex (ma così non si era mai visto)', 26 gennaio 2007, p. 80, su Il Venerdì di Repubblica, Editoriale La Repubblica e Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(41) Luca Raffaelli 'Con 'Repubblica' torna il primo Tex (ma così non si era mai visto)', 26 gennaio 2007, p. 80 - 1, su Il Venerdì di Repubblica, Editoriale La Repubblica e Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(42)  2010 - 2011. Mauro Paganelli 'Conversazione con Gianluigi Bonelli' che cita 'Gianluigi Bonelli/Aurelio Galleppini', collana l'autore e il fumetto n. 6 Editori del Grifo, Perugia, 1982, p. 11 - 2, citata alla p. 195 su "L'Audace Bonelli - L'avventura del fumetto italiano" La Repubblica -  L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(43) Gianni Brunoro 'Tex 50: e che la festa cominci', su "Dime Press - magazzino bonelliano", p. 61, n. 18, febbraio 1998, Glamour International Production, Firenze.

(44) 2012. Graziano Romani 'L'arte di Galep', p. 33, Panini Comics, Modena.

(45) Fabrizio Gallerani sul sito Internet Ubcfumetti; 'Gianluigi Bonelli - biografia': http://www.ubcfumetti.com/data/glbonelli.htm

(46) 'Un romanziere prestato al fumetto', sul sito Internet: http://members.xoom.virgilio.it/andrebra/Armando/Archivio/7.html

(47) 'Aurelio Galleppini - gli inizi', sul sito Internet di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Aurelio_Galleppini

(48) Roberto Eder il 29 agosto 2008 da 'Il Messaggero', sul sito Internet: http://unasolafedeunsolosimbolo.forumfree.it/?t=32644146

(49) Sergio Bonelli. il 12 gennaio 2001 sul sito Internet de La Repubblica.it: http://www.repubblica.it/online/societa/fumetti/tex/tex.html

(50) 2010 - 2011. Luca Boschi 'Tex e Dylan Dog - divertimento popolare e arte', p. 58, su "L'Audace Bonelli - L'avventura del fumetto italiano" La Repubblica - L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(51) Redazionale, 'A tu per tu con Sergio Bonelli', p. 97, su Status Symbol, Edizioni Eden, anno II (1993), n. 8, Rho (MI).

(52) Sergio Bonelli, 'L'uomo di 'Tex'', p. 101, su Status Symbol, Edizioni Eden, anno II (1993), n. 8, Rho (MI).

(53) 'Tex (fumetto)', sul sito Internet di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Tex_(fumetto)

(54) Francesco Bosco, gennaio 2007, sul sito Internet: http://www.baciespari.it/NEW%20arch%20nuovo/NEW%20archN.i_primi_disegni_di_tex.htm

(55) Febbraio 2002. Graziano Frediani 'Il mio nome è Tex!', p. 48, su "G.L. Bonelli. Sotto il segno dell'avventura", di Graziano Frediani, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano, allegato all'Almanacco del West del 2002.

(56) Febbraio 2002. Graziano Frediani 'Il mio nome è Tex!', p. 49 - 50, su "G.L. Bonelli. Sotto il segno dell'avventura", di Graziano Frediani, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano, allegato all'Almanacco del West del 2002.

(57) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 9.

(58) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 16.

(59) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 16.

(60) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 16.

(61) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 25.

(62) Si firma Ymalpas, il 27 novembre 2009 sul Tex Willer Forum, sul sito Internet: http://www.texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=2343&hl=pard&st=225

(63) Si firma Wasted Years, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://www.texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=2343&hl=pard&st=225

citato da Francesco Bosco, sul sito Baci e spari il 3 aprile 2009, sul sito Internet: http://www.baciespari.it/NEW%20articoli/NEW%20articoli_Coffin_lo_sgrammatic.htm

(64) 'Sergio Bonelli-L'uomo dell'avventura, 26 settembre 2012, sul sito Internet: http://nedbajalica.blogspot.it/2012/09/sergio-bonelli-luomo-dellavventura.html

(65) 'Sergio Bonelli-L'uomo dell'avventura, 26 settembre 2012, sul sito Internet: http://nedbajalica.blogspot.it/2012/09/sergio-bonelli-luomo-dellavventura.html

(66) Sito Internet Collezionismo Fumetti.com, oggi non più disponibile.

(67) Novembre 1998. Carlo Schluga, 'Cinquanta anni di artisti texiani', p. 57, su Cronaca di Topolinia Raccolta/Special n. 1: Tex, pubblicazione riservata ai soci dell'Associazione culturale 'Alex Raymond', Rivoli (TO).

(68) Paolo Telloli, 'Tea Bonelli', su Ink n. 50, anno XVI, aprile 2009, p. 8-9, Menhir Edizioni, Monza (MI).

(69) 2012. Graziano Romani 'L'arte di Galep', p. 33, Panini Comics, Modena.


 

 





(Foto n. 1) La prima vignetta di Tex (Disegno di Aurelio Galleppini) Tex collezione storica a colori Repubblica – L’Espresso, 2007, n. 1, p. 31, Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.A., Roma.

(Foto n. 2) Il primo numero di Occhio Cupo (Disegno di Aurelio Galleppini) (Aurelio Galleppini L'arte dell'avventura, 1989, p. 64, Ikon Editrice srl, Milano)

(Foto n. 3) Il primo numero di Tex (Disegno di Aurelio Galleppini) si notino le dimensioni rispetto all'albo di Occhio Cupo

(Foto n. 4) Una tavola di Occhio Cupo (Disegno di Aurelio Galleppini) ('L'Audace Bonelli - l'avventura del fumetto italiano' La Repubblica - L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso, Roma, p. 43)

(Foto n. 5) Una tavola di Tex (Disegno di Aurelio Galleppini) (Da Tex nuova ristampa n. 1, p. 3, Sergio Bonelli Editore, Milano, febbraio 1996)
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