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I motivi del successo di Tex: 4) I temi delle avventure 5) il lavoro e la passione di tante persone. 16 novembre 2012

I TEMI DELLE AVVENTURE.

"Uno dei pregi della serie è, forse, quello di non avere un solo eroe (al massimo con una spalla) ma quattro. Le combinazioni infinite, alternate agli scenari che passano dalla Costa dei Barbari e i bassifondi di San Francisco al deserto dell'Arizona, dalle nevi canadesi al selciato di Washington, dalle Montagne Rocciose alle sierre messicane, con puntate in Sudamerica, nei Caraibi e addirittura in Polinesia, permettono agli autori di mantenere un ritmo di produzione altissimo senza stancare il lettore. Curatissimi e numerosi i comprimari, siano amici (El Morisco, il brujo, il gigantesco Pat, il simpatico cacciatore canadese Gross-Jean, il messicano Montales, gli indiani Cochise e Nube Rossa, i numerosi poliziotti e sceriffi che sembrano conoscerlo da una sponda all'altra dell'America) o i nemici (il diabolico Mefisto, senz'altro il più famoso, e suo figlio Yama, il bandito messicano El Rey, la Dama di Picche, Lucero, la banda della Mano Rossa, il trasformista Proteus e il Drago Rosso, oltre alla sequela di personaggi realmente esistiti del West, dal Mucchio Selvaggio di Butch Cassidy e Sundance Kid ad Apache Kid e la banda Dalton". (40)

"Bonelli intuisce presto le potenzialità del fumetto, e ne coglie la versatilità, capace com'è di rivisitare luoghi e sviluppare emozioni e tensioni che il cinema (western in particolare) tocca, all'epoca, solo in parte. Ispirandosi ai romanzi d'avventura di London, Conrad, Stevenson, Verne e Salgari, ma anche alla narrativa poliziesca di Peter Cheyney e Mickey Spillane, 'Tex' nasce come storia avventurosa meno scanzonata rispetto ai suoi contemporanei. Un approccio più duro e realista, che lascia poco spazio all'ironia. Uno stile diretto e senza fronzoli, caratterizzato da una chiarezza narrativa e da un ritmo serrato che, tuttavia, non si tira indietro davanti a temi più 'scottanti', a partire dal difficile rapporto tra gli invasori bianchi e i nativi indiani. Anche la conquista del West ha avuto luci e ombre, ci ricorda Bonelli, radicate in comportamenti umani ingloriosi come la corruzione, i soprusi, la vendetta". (25)

I comprimari sono molto azzeccati, in particolare i tre pards, che costituiscono una squadra di eroi umanissimi. I lettori salutano sempre con piacere i ricorrenti ritorni di amici ben caratterizzati, quali Montales, Pat Mac Ryan o El Morisco, come anche quelli degli antagonisti memorabili, da Zhenda la strega a La Mano Rossa, da Proteus alla Tigre Nera a, su tutti, Mefisto". (45)

"Tex Willer non vive nel Far West, ma nel SUO Far West. Gli Stati Uniti d’America in cui si muove e vive il nostro eroe, sono uno scenario ai limiti dell’ incredibile". (39)

"Il grande merito di Bonelli è aver inventato il western all'italiana". (38)

"Tex è il primo western all'italiana, la cui ambientazione rispecchia quello che un italiano pensa che sia il West. Ogni tanto leggo un albo di Tex e mi diverto a tradurlo automaticamente in inglese e a vedere l'effetto che fa. Il risultato è buffo e la traduzione non funziona perché Tex è italiano fino in fondo". (48)

"Tex è il riassunto del Mito del West come è stato vissuto in Europa, e principalmente in Italia... E' un mito che riassume in sé altri miti, e in questo sta gra parte della sua inossidabile fortuna". (52)

"Chiunque abbia letto un albo di Tex sa bene a quali emozioni si può andare incontro, quali fantastiche avventure abbia saputo cucinare Bonelli con la sua penna.
Altro che cinema, altro che grande schermo, altro che DVD, home theater e altre diavolerie tecnologiche moderne: basterebbe un solo titolo di Tex, scelto a caso, per essere proiettati in un altro mondo, viaggiando con la mente e assumendo così un sicuro e ottimo ricostituente per la fantasia (e per il cuore)". (36)

"Tex sposa Lilyth, figlia di Freccia Rossa capo dei Navajo, e alla morte di quest'ultimo, col nome di Aquila della Notte, assume il ruolo di guida dell'intera tribù. Con i suoi pards, il figlio Kit-Piccolo Falco, nato dal matrimonio con Lilyth, Kit Carson-Capelli d'Argento, conosciuto nel corpo dei Rangers, e il fido indiano Tiger Jack, il nostro Tex forma un quartetto esplosivo, contro cui nessun nemico può sperare di cavarsela. Tutti insieme vivono mille avventure in cui G.L. Bonelli, con la sua vulcanica fantasia, tocca i più svariati temi della narrativa popolare. Mescolando sapientemente le tematiche del Western più classico a quelle del fantastico, dell'esotico, del soprannaturale, del magico, del misterioso, del mitologico e perfino del fantascientifico, facendo anche precisi riferimenti storico-geografici della storia statunitense, G.L. Bonelli ha saputo creare un personaggio di cui oggi si può tranquillamente dire che rappresenta il simbolo stesso dell'avventura e del Western italiano. Logicamente il successo di questo personaggio non va ascritto solamente alla struttura del racconto, ma anche alla sua realizzazione grafica. Un grossissimo merito va alla bravura di Aurelio Galleppini, le cui memorabili caratterizzazioni di molti personaggi come Mefisto e suo figlio Yama, El Muerto, Pat, Gros-Jean, Montales e tanti altri, hanno funzionato profondamente da volàno". (35)

"Da Tex a Nathan Never, gli eroi della scuderia Bonelli, in virtù della grande umanità e della complessità psicologica e caratteriale che hanno saputo conferirgli gli autori, possono agevolmente attraversare tutti i registri narrativi, da quello tragico a quello comico, e interpretare avventure di ogni genere, dal mistery all'horror passando per il sentimentale. Riprendendo un'affermazione fatta da Dino Buzzati molti anni fa a proposito di Paperino, e applicandola alla realtà culturale del nostro paese, mi sento di affermare che i personaggi della Bonelli sono alcune tra le più riuscite figure espresse dalla narrativa italiana, e non solo da quella popolare". (29)

"Come riuscire a variare un menù, quello del western classico, che alla fine potrebbe annoiare, senza disorientare il lettore?G.L. Bonelli ci è riuscito introducendo il suo personaggio in una vasta gamma di situazioni che vanno dall'horror alla magia, dal filone storico alla fantascienza. Ricordiamo che tra i Cinquanta e i Sessanta vi fu un vero tripudio di 'commistioni' tra generi, arrivando a collegare il mitologico con la fantascienza, con l'orrorifico, eccetera. Erano gli anni di Cinecittà, in cui il set dell'ennesimo 'colossal' sui gladiatori romani diveniva, con poche modifiche, teatro delle gesta mitologiche di Giasone, o di quelle di Maciste (che finì per combattere addirittura i marziani!). Bonelli sfrutta lo stesso principio che consente di proporre allo spettatore le situazioni più inverosimili, purché queste vengano trattate con assoluta serietà. Si cerca cioè il fenomeno della 'sospensione dell'incredulità' per cui lo spettatore viene portato ad accettare quel che vede grazie alla dinamica dell'azione e alla coerenza interna della narrazione. Lo stesso fa Bonelli nel fumetto, seguendo una strada già affrontata da altri prima di lui (e anche dopo), con risultati quasi sempre eccellenti. Ed ecco dunque Tex affrontare la magia, mostri preistorici, belve giganti, in avventure che sono altrettanti gioielli narrativi". (26)

Sergio Bonelli: “A detta degli esperti che, di tanto in tanto, cercano di interpretare le motivazioni alla base del lungo e intramontabile successo del nostro Ranger, uno dei segreti punti di forza consisterebbe nella disinvolta naturalezza con cui il personaggio passa dalle classiche tematiche western a atmosfere decisamente fantastiche. Insomma, per usare un termine familiare a tutti noi della redazione, esiste un “altro Tex” che in alcuni casi deve affrontare Mefisto e in altri casi si limita a vivere imprese più vicine agli schemi dell’avventura di fine Ottocento tanto cari a G.L. Bonelli”. Infatti ricordiamo che era nato nel 1908 e questo spiega la sua passione per quella letteratura. Continua Sergio: “E proprio i romanzi di Alexandre Dumas, Jules Verne, Arthur Conan Doyle, Henry Rider Haggard e Emilio Salgari avrebbero fatto nascere in mio padre la passione per quelle trame esotiche che, trasportate nel mondo dei comics, hanno una marcia in più, perché permettono ai disegnatori di proporre vestiti pittoreschi, popoli scomparsi o immaginari, regioni lontanissime, usanze sconosciute e spesso barbariche”. (1)

"Con Tex nasce una macchina narrativa capace di inglobare diversi generi, specchio con accostamenti inusuali: il western coniugato con la detective story e la fantascienza. Si iniziano a delineare i tratti caratteristici di tutta la produzione Bonelli". (19)

“Un altro elemento è la fusione di generi narrativi che nasce dalla capacità dei due autori di mischiare abilmente il western con il fantastico, l’horror, l’esotico e il mystery. Nel Far West di Tex compaiono elementi “altri”, corpi estranei che Bonelli amalgama alla perfezione con i temi e le strutture del western classico, e che trovano nel disegno di Galep una realizzazione di effetto spettacolare”.(2)

"Sebbene i temi più ricorrenti delle storie di Tex vedano per protagonisti fuorilegge, pellerossa, giacche blu e via discorrendo, un certo numero di storie esce decisamente dai canoni di veridicità e di realismo. Questi racconti, pur essendo diluiti nella consequenzialità narrativa del 'serial', costituiscono a tutti gli effetti un fenomeno a parte. In essi, il West classico ed ortodosso lascia all'improvviso il posto ad intrecci di natura ben differente: a trame stanche od avvincenti, tutte, comunque, felicemente stereotipe" ripetute sempre allo stesso modo, immutabili, convenzionali "se ne sostituiscono altre dalla spiccata valenza fantastica, con srprendenti puntate dai toni magici, orrorifici e persino fantascientifici. A tal proposito, va sottolineato che l'immagine distorta di un West estremamente razionale e positivista" che bada al concreto, ai fatti "è da imputarsi, almeno in parte, all'influenza negativa del mondo della celluloide, a dispetto d'una realtà storica dove, in effetti, non mancarono (così come in ogni epoca e in ogni luogo) eventi non riconducibili alla sfera del 'possibile'. Quei fenomeni, insomma, misteriosi o apparentemente sovrannaturali, che si è soliti comprendere a vario titolo tra le cosiddette scienze occulte. Tali prodigi, pur rientrando nel folklore pionieristico locale (derivato a sua volta dalla rielaborazione delle leggende dei popoli europei colonizzatori, come di quelle degli ex schiavi di colore di origine afroamericana o degli immigrati cinesi), nelle credenze indiane, oppure ancora, più emblematicamente, nel ritualismo religioso dei popoli primitivi del Centro America, sono parte integrante dell'epopea della conquista del West. L'epopea del Far West, perciò, se opportunamente inquadrata nella prospettiva suddetta, appare davvero ricca di spunti irrazionali ed incredibili, quanto di meglio, cioè, si possa offrire ad uno sceneggiatore di fumetti che voglia spezzare di tanto in tanto il ritmo di una narrazione seriale, che altrimenti correrebbe il rischio di cristallizzarsi e alla lunga di diventare stantia agli occhi dei lettori più fedeli. Proprio questo, del resto, è stato l'uso (estremamente funzionale quindi) che Gianluigi Bonelli ha fatto del mistero e dell'occulto nella sempreverde saga del 'ranger'. Come egli stesso ha ricordato in più di un'occasione, infatti, l'elemento fantastico in Tex si giustifica e va interpretato solo ed unicamente come una particolare variazione sul tema: un efficace stratagemma cui ricorrere 'una tantum'" una volta soltanto, esprime il carattere straordinario "per ridestare l'attenzione sopita del pubblico. Nel far questo, l'autore si è dimostrato particolarmente abile. Mai, difatti, neppure nelle situazioni apparentemente più inverosimili in cui si ritrovano i quattro 'pards', vengono meno l'organicità e la coerenza interni al racconto: il lettore è come preso per mano e condotto (in modo del tutto indolore) attraverso la soglia ambigua dell'ignoto. Allo stesso modo, anche la spiegazione dei più svariati fenomeni soprannaturali posti al centro delle singole vicende è, il più delle volte, logica e razionale, conformemente al principio della plausibilità" qualcosa che corrisponde a requisiti di logica e di verità, attendibile "e, dunque, anche sotto questo aspetto, nel più genuino spirito della testata. E' più raro, invece, che il mistero resti tale e che, pertanto, la contaminazione dei generi operata dagli autori balzi agli occhi di chi legge in modo forzoso o spropositato, o, peggio ancora, grottesco e surreale. Tex non è mai stato, né vuole essere, un 'horror western', come ad esempio Kerry il Trapper di Tiziano Sclavi, oppure un 'western horror' come Magico Vento di Gianfranco Manfredi, né tanto meno un 'western' palesemente aperto al genere fantastico, come Zagor, lanciato con successo da Guido Nolitta e Gallieno Ferri. E questo solo per restare in ambito bonelliano. Semmai, presupposto fondamentale di Tex è di essere un fumetto 'western' realizzato nel puro segno dell'avventura. E, come si sa, l'avventura non conosce limiti di sorta ed imposizioni di genere, dimostrandosi vieppiù suggestiva ed emozionante quando sfuma in atmosfere e situazioni misteriose, magari tingendosi di esotico e proponendo argomenti decisamente fuori dall'ordinario. Anche le ascendenze ed i riferimenti letterari di Bonelli padre, tra l'altro, non sono stati tanto Ambrose Bierce, le 'dime novels' americane o la tradizione magico-mitologica indiana, quanto piuttosto i meglio conosciuti (e certo più apprezzati) Emilio Salgari e Jack London, ed ancora Zane Grey, Edgar Wallace, Joseph Conrad e Henry Rider Haggard. Autori di primaria importanza per tutti gli estimatori della grande avventura, le cui opere rappresentano ad oggi un'inesauribile fonte d'ispirazione per la letteratura disegnata. Parlando delle influenze letterarie del primo artefice di Tex, non va neppure tralasciata la lezione di Jules Verne, di Robert Louis Stevenson e di Edgar Rice Burroughs, assimilata e rielaborata con altrettanta evidenza e generosità. Al contrario, gli scrittori di letteratura gotica per antonomasia, Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft, sembrano avere influenzato solo in minima misura l'autore di Tex, se non, più in generale, a livello di codici narrativi, oppure solo indirettamente, riletti e filtrati attraverso quella copiosa filmografia, fiorita, soprattutto nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, sulle loro opere più celebri (le pellicole della Hammer su tutte)" (11)

"Come dimenticare poi le tematiche fantastiche legate alla magia e alla fantascienza? L'elemento magico e il meraviglioso, frutto delle numerose letture di Bonelli, da sempre accompagnano Tex: uomini preistorici, sette sanguinarie, mummie azteche, extraterrestri, popoli sconosciuti, civiltà scomparse sono sapientemente integrati con il realismo che caratterizza le sue avventure" (14)

"Da cinquant'anni Tex ci propone l'Avventura. E con essa la possibilità di sognare, di proiettarci con la fantasia in un altrove che non è solo il West americano e il suo mito (seppur visti con gli occhi italici dei suoi creatori) ma anche quello di molteplici altri luoghi derivata dalla immemorabile e incessante tradizione avventurosa". (16)

"Tex ha finito per assorbire e sovrastare tutti generi dal western in senso stretto, cioè quello classico di Ford, al western all'italiana, cioè quello di Sergio Leone, dalla fantasy alla fantascienza, dalla detective story all'avventura esotica". (17)

 

IL LAVORO E LA PASSIONE DI TANTE PERSONE.

"Che Tex Willer sia accompagnato nelle sue avventure da tre inseparabili compagni, o pards, è cosa nota ai più, ma Tex ha al suo fianco, da sempre, un numero ben maggiore di amici che lo hanno sostenuto in tutte le sue battaglie, e cioè tutti i suoi autori, decine di persone, tra sceneggiatori e disegnatori". (41)

"L'aura mitica intorno a questo personaggio, che fin dall'inizio riesce a cogliere, sommare e rielaborare con maggiore spessore e raffinatezza tutti gli elementi tipici del 'western old style', non si è mai spenta in un panorama editoriale difficile come quello italiano, pieno di alti e bassi per vendite e gusti del pubblico, anzi, continua a mietere successi, grazie all'apporto di uno straordinario gruppo di autori. (61)

Galleppini: "Dal settembre del 1948 a oggi, 'Tex Willer' ha avuto qualche decina di milioni di lettori. Dietro questo successo senza precedenti c'è Giovanni Bonelli, che quarant'anni fa ha 'inventato' Tex e l'ha poi saputo far vivere attraverso mille avventure, in ogni episodio, in ogni situazione, dando credibilità e coerenza al carattere dell'eroe, sempre animato di sentimenti intensi e nobili: la dignità della vita, l'idea di giustizia, la difesa dei deboli e degli oppressi, la saldezza dell'amicizia, la determinazione nel tendere alla meta e una costante tensione morale. A questo personaggio, non meno ricco di umanità che di eroiche virtù, diedi corpo io e creai graficamente quello ch'è diventato un caso nel panorama della letteratura popolare avventurosa del nostro paese". (76)

"mentre i personaggi comuni vanno logorandosi col passare del tempo, a Tex sta invece accadendo il contrario. Da una parte, si sta procedendo da anni a livello editoriale al sistematico aggiornamento dei quadri creativi, senza lesinare sulla qualità, né rispetto agli sceneggiatori, né rispetto ai disegnatori. Dall'altra si è andato moltiplicando negli anni recenti l'allettamento verso il lettore, diversificando il prodotto. Segni indubitabili di vitalità, tant'è vero che su Tex sono stati convogliati disegnatori internazionali di livello indiscusso. Tutto ciò ha finito per produrre un'inevitabile conseguenza positiva, ossia che il lettore rimane avvinto al suo personaggio, avvertendone un aggiornamento in profondità che continua a renderlo appetibile". (37)

"Anche se G.L. Bonelli e Aurelio Galleppini hanno ceduto la mano, le sue storie sono state affidate a bravissimi sostituti tra cui spiccano lo sceneggiatore Claudio Nizzi e gli ottimi disegnatori Ticci, Fusco, Letteri, Civitelli e Villa, che dimostrano di essere degni eredi dei due creatori". (35)

"scritto da Gianluigi Bonelli, disegnato da Aurelio Galleppini, coadiuvato poi da validi collaboratori a iniziare da Fusco, Letteri, Nicolò e Ticci". (34)

"Ma perché Tex ha avuto così grande successo? Per la cura dei soggetti. Per la ripetitività delle sue avventure che permettono una lettura poco attenta, da gabinetto o da treno. Per la bravura di tutti i disegnatori che si sono alternati a raccontare le sue gesta. Per l'ambientazione delle sue storie western, per le praterie, gli indiani, i cattivi con la faccia cattiva, i pards, gli stregoni, i canyon. Sicuro, per questo. Ma non solo". (30)

"Il 1988, anno del genetliaco" compleanno "è stato, per Tex, ricco di manifestazioni. E poi dibattiti a non finire su Tex e il suo mondo, ai quali hanno dato ampio risalto tutti i mass-media e a cui hanno partecipato noti esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, ma anche la gente semplice, i comuni lettori, sempre pronti a una critica intelligente, a un'idea propositiva... un magnifico pubblico, insomma. Naturalmente, non c'era neppure bisogno di questa esplosione di interesse e di affetto per sapere che Tex è ormai diventato un mito per molte generazioni di lettori, unico personaggio degli anni Quaranta a essere ancora massicciamente presente nelle edicole (con ben quattro uscite mensili). Sui motivi di questo grande successo, che ha fatto di Tex un fenomeno di costume, entrato a far parte del 'quotidiano' degli italiani, si sono versati i proverbiali fiumi di inchiostro, si è sottolineata (e con ragione!) l'importanza determinante dei brillanti testi di G. L. Bonelli, degli splendidi disegni di Aurelio Galleppini e degli altri 'mostri sacri' del disegno che sono intervenuti nella produzione della serie: Guglielmo Letteri, Giovanni Ticci, Erio Nicolò, Fernando Fusco. Si sono tirate in ballo le tematiche 'anticipatrici', come l'amicizia di Tex con gli indiani, o quelle 'fantastiche' legate alla magia e alla fantascienza, nel tentativo di identificare il 'vero' motivo della intramontabilità di questo personaggio. In realtà, davanti a fenomeni di questo tipo, ricercare una spiegazione semplice è vano, e un solo dato sicuro colpisce chiunque legga Tex: l'amore e la cura con cui è realizzato ogni mese, in una parola la 'professionalità' con cui è scritto e disegnato ancora oggi. E a dimostrazione che il successo del personaggio è qualcosa che va al di là dei suoi stessi creatori, basta pensare che negli ultimi anni sono stati presentati all'attentissimo pubblico del nostro 'ranger' molti nuovi disegnatori, e che alcuni validissimi sceneggiatori hanno coadiuvato G. L. Bonelli nella realizzazione delle storie (primo tra tutti Guido Nolitta, ovvero suo figlio Sergio Bonelli, l'editore di Tex). Forse proprio di loro bisognerebbe parlare, delle 'nuove leve' che stanno, con grande successo, perpetuando il mito di Tex. E riuscire a mantenere 'giovane' un personaggio con un curriculum come quello di Tex è una sfida che spaventerebbe chiunque. Ma lo scrupoloso Vincenzo Monti, il nitido Fabio Civitelli e l'intenso Claudio Villa (per non parlare dello 'speciale' Guido Buzzelli) hanno raccolto il guanto con grande sicurezza, così come ha fatto lo sceneggiatore Claudio Nizzi che, collabora ormai attivamente con G. L. Bonelli superando la prova dei lettori più tradizionalisti di Tex. Un personaggio vivo a tutti gli effetti, dunque, il nostro Aquila della Notte che, dopo essere stato ferito 45 volte, aver subito 292 attentati e aver dato la bellezza di 1152 pugni (stando alle più recenti statistiche), è sempre pronto a ricominciare a cavalcare per le sterminate paterie del West, trascinando con sé i sogni d'avventura dei lettori di ogni età". (23)

Pasquale Iozzino chiese a Galleppini: "A cosa è dovuto il successo di Tex?" e Galleppini: "A un bravissimo soggettista, che viveva le avventure di Tex, ai miei disegni (modestamente), alle scelte indovinate dell'editore, che seppe intervenire con un formato e una veste giusta, a secondo dei tempi". (22)

"Il successo di Tex Willer discende direttamente dall'incontro fortunato tra due persone: Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Bonelli ha saputo pensare storie che contengono valori sentiti come universali nella nostra cultura. Tutti possono leggere le avventure di Tex e capirle perfettamente, oltre ad apprezzarne l'elemento poetico". (18)

Claudio Bertieri definì Aurelio Galleppini "indubitabile protagonista di una vicenda narrativa che senza la sua mano non sarebbe risultata forse così longeva ed amata. E proprio per la semplicità e la vitalità che sin dall'avvio egli le seppe imprimere con il suo segno estremamente lineare e pur tanto efficace". (20)

"Un successo conquistato dalla Signora Tea lentamente, lavorando (e imparando) giorno per giorno con una tenacia e un innato 'savoir-faire'" garbo, tatto, stile, diplomazia "grazie al quale, come disse Galep, 'sapeva ottenere tutto quello che voleva'". (12)

Galep: "Il merito di questo grande successo va sicuramente diviso tra tutte le persone che hanno partecipato a questa avventura: da G.L. Bonelli al sottoscritto e a tutti gli altri disegnatori che ci hanno lavorato, affiancandosi a me a partire dal '63, quando vennero aumentate le pagine degli albi, e che hanno ripreso il personaggio ciascuno con il proprio stile ma mantenendo intatta la sua fisionomia. Sergio Bonelli, essendo da sempre l'editore, potrebbe risultare, a proposito delle motivazioni del 'fenomeno Tex', più esplicito di me, dal momento che ha dovuto compiere progressive scelte sia riguardanti il formato che i contenuti della serie a secondo dei cambiamenti dei gusti del pubblico. In ogni caso il successo di Tex non è esploso così casualmente e all'improvviso, ma ha rappresentato una conquista molto faticosa e graduale. Ho ragione di pensare che il successo sia dovuto anche al grande entusiasmo con cui gli addetti ai lavori si sono sempre dedicati al personaggio, che ha rappresentato una carta importantissima nella casa editrice. Per quel che mi riguarda più che dire di aver fatto il meglio che potevo non posso. Ho in qualche modo dedicato la mia vita a lui, visto che l'ho disegnato per più di quarant'anni! Avrei voluto continuare a disegnarlo sempre e solo io, ma si sa siamo umani!". (21)

Roberto Davide Papini cita “Sergio: “Sto rivalutando quello che mio padre ha fatto: il ritmo narrativo già allora molto vicino al cinema, la capacità di scoprire i disegnatori di talento e di costruire con loro un rapporto umano e professionale. Insomma, ha inventato un nuovo modo di scrivere fumetti, ma anche il professionismo degli autori di questo genere”. (3)

“E’ frutto del lavoro di tanti”, (4) abbiamo visto che scrive John Vignola ne “Il Mucchio Selvaggio” del novembre del 2011.

Alberto Abruzzese continua: “Dimostra sopra ogni altra cosa come sia necessario per un prodotto culturale essere animato da una autentica passione. I Bonelli questa passione l’hanno sempre avuta e l’hanno saputa dire attraverso Tex e le sue avventure”. (5)

“Due sono le carte vincenti. La prima è quella dell’impostazione grafico-narrativa, di taglio cinematografico, drammatica, dichiaratamente realistica, in perfetta linea con le principali fonti di ispirazione (innanzitutto il western hollywoodiano classico, ma anche il fumetto d’avventura americano, rappresentato da eroi come Flash Gordon, Mandrake e L’uomo Mascherato) e la puntuale documentazione storica, che serve ai due autori per infondere in Tex quel tasso di verosimiglianza ritenuto indispensabile per dare spessore al personaggio”. (6)

“Se a tutto questo si aggiunge il fatto che soprattutto a cavallo degli anni Sessanta le storie di Tex raggiungono un livello di qualità grafica e narrativa che rasenta la perfezione, ecco spiegate le ragioni di un successo che sconfina ormai nella mitologia”. (7)

Quindi la passione, dicevamo. In quanto a Galleppini "non si può non rimarcare l'eccezionale livello medio del suo lavoro, che ha inciso non poco sul successo di Tex" (10)

Marco Giovannini chiese a Sergio Bonelli: “Come mai Tex resiste da 55 anni?”
Perché abbiamo lettori stagionati e nostalgici, delusi dal cinema. Ma sono severissimi: non ci permettono il minimo cambiamento”. (9)

Decio Canzio: "E ora non chiedeteci (non chiedetemi), per favore, quale segreto sia alla base di questo straordinario successo, trasformatosi ormai in un fenomeno sociale e letterario che attraversa imperturbato e imperturbabile le generazioni di lettori del nostro Paese. Interpellato in proposito, il mio editore, Sergio, parlò una volta di congiunzioni astrali. Ma Sergio, come me d'altronde, non crede alla astrologia. La sua era una metafora per dire che 'Tex' è stato il personaggio giusto nato al momento giusto, realizzato in questi cinquant'anni sempre nel modo giusto. E dentro quel 'giusto' ci sono un pò di fortuna, parecchio intuito e moltissima professionalità. Già la coppia dei creativi (Giovanni Bonelli e Aurelio Galleppini) era una bomba. Scrittore di grande vigore anticipatore, il primo; magnifico disegnatore popolare il secondo. In seguito, qualche merito va pure attribuito alla splendida signora Tea e al mio editore, Sergio, che da circa quarant'anni s'ingegna a portare avanti la routine texiana. Io, che ne sono anche il curatore, con 'Tex' mi trovo in una botte di ferro". (8)

"Sui motivi che l'hanno portato a diventare un fenomeno di costume, entrato a far parte del 'quotidiano' degli italiani, si ricorda spesso l'importanza determinante dei brillanti testi di Gianluigi Bonelli, uniti agli splendidi disegni, morbidi ed eleganti, di Aurelio Galleppini. Galep era dotato anche di un'altra innegabile qualità: riuscire a porsi in perfetta sintonia con l'epica narrazione bonelliana. Naturalmente, vanno ricordati anche gli altri grandi disegnatori che, insieme a Galep, hanno fatto amare Tex a milioni di lettori. Alcuni nomi sono ormai entrati nella leggenda del fumetto: Giovanni Ticci, Guglielmo Letteri, Fernando Fusco, Claudio Villa. E tanti altri, tutti di alto livello artistico. In realtà è impossibile identificare un solo motivo per spiegare l'intramontabilità del personaggio: il pubblico texiano apprezza particolarmente la cura e la passione con cui ogni mese vengono realizzati gli albi, in una parola la 'professionalità' con cui la serie è scritta, disegnata e curata. Bisogna anche riconoscere che le 'nuove leve', i disegnatori e gli sceneggiatori che hanno sostituito Bonelli e Galleppini, realizzando avvincenti storie, sono riuscite a perpetuare il successo del personaggio, mantenendolo 'giovane' e al passo con i tempi". (13)

"All'inizio era solo un personaggio da western all'italiana. Poi è cresciuto ed è diventato interprete della società americana. Con idee molto precise: sul potere, la giustizia e il razzismo... Il segreto della longevità di Tex è nelle trame ben congegnate: le storie di Tex hanno sempre mantenuto questo impegno. Per questo continuo a leggerle, insieme a qualche centinaio di migliaia di italiani. E' un pregio che non hanno in molti nel campo delle espressioni artistiche ben più paludate, anche se hanno grandi nomi e fama mondiale". (15)

Sergio Bonelli: "Da molti anni a questa parte, la domanda che più mi è stata rivolta, nella mia qualità di ormai cinquantennale editore di Tex, riguarda 'il segreto' del successo straordinario, se non addirittura unico, della pubblicazione. Non è certo facile definire i vari elementi che, in un mondo dove le mode e i gusti del pubblico cambiano velocemente, hanno contribuito a formare la misteriosa alchimia che ha permesso di conquistare l'attenzione e la fedeltà di tre generazioni; per questo, ho provato a rivolgere la stessa domanda a tutti quegli amici di Aquila della Notte che, per via epistolare, in occasione di un incontro pubblico oppure semplicemente nel corso di un incontro casuale, avevo occasione di contattare. Le risposte, come si può immaginare, erano spesso prevedibili, e si riferivano soprattutto alle doti morali e fisiche del personaggio, che mio padre Gianluigi Bonelli aveva creato sul modello dei classici eroi del West. Ma sono rimasto piacevolmente stupito quando ho avvertito un unanime apprezzamento per le 'carte geografiche'. Già, proprio così: i lettori dimostravano di essere affascinati da quelle vignette che, riproducendo una mappa, permettevano di visualizzare un percorso, sia che si trattasse di uno spostamento di poche miglia compiuto a cavallo, sia che indicasse una trasferta da una costa all'altra degli Stati Uniti, a bordo di un vagone ferroviario. Il viaggio, dunque, era una parte fondamentale di quel fantomatico 'segreto'. L'indicazione confermava una nostra intuizione e ci indirizzò a pianificare delle storie che portavano il nostro Ranger al di fuori di quel microcosmo in cui di solito vengono ambientate le vicende legate alla Frontiera americana: la fattoria, il villaggio, la riserva indiana e i canyon nei quali i fuorilegge potevano tendere i loro abituali agguati... Tex cominciò così a compiere viaggi sempre più complessi, che, oltre tutto, permettevano al soggettista e al disegnatore di proporre ambienti visivamente diversi l'uno dall'altro, allontanando il pericolo della monotonia, che è sempre in agguato dietro una produzione seriale. Nulla di strano, quindi, che, da un mese all'altro, si potesse passare dai ghiacci dell'Alaska alle giungle tropicali dell'istmo di Panama, dalle affollate strade di San Francisco alle lagune incantate della Melanesia. Per la gioia dei lettori più pignoli, e la conseguente dannazione dei disegnatori, perennemente costretti a procurarsi una seria documentazione, le pagine di Tex si arricchirono di ogni genere di velieri, di battelli fluviali, di canoe indigene, e persino di eleganti carrozze cittadine, tanto diverse dalle vecchie, inconfondibili diligenze che percorrevano le polverose piste del West. E poi, naturalmente, c'erano le locomotive..." (24)

"Mai sarà sottolineata abbastanza la magica e reciproca interazione fra Bonelli e Galleppini, a cui, più tardi, si succederanno altri grandi disegnatori tra i quali ricordiamo Giovanni Ticci, Guglielmo Letteri, Fernando Fusco, Fabio Civitelli e Claudio Villa. Bonelli era tanto abile a costruire canovacci avventurosi pieni d'azione, di mistero, d'intrigo e suggestione, quanto Galleppini a dare corpo e irresistibile fascino ai personaggi, alle scenografie, alle inquadrature, con pennellate rapide ma estremamente efficaci. I due seppero dare al loro personaggio un taglio più adulto e maturo rispetto alle convenzioni dell'epoca, e sfruttarono gli spazi stretti imposti dal formato a striscia per dare alla narrazione ritmi serrati, che si sarebbero poi distesi allorché l'albo prese (e si trattò di una nuova invenzione) l'attuale formato. I due autori indicarono insomma una nuova strada da suguire, tracciarono la via italiana al popolare avventuroso. Trasformarono Tex in un classico in grado di fare scuola e di collocarsi alla base di fenomeni editoriali più recenti, anche al di fuori dell'ambito western". (25)

Fabio Civitelli intervistato, alla domanda: "Quali sono secondo te i motivi del quasi cinquantennale successo di Tex?" Ha risposto: "Non lo so. Vorrebbero saperlo tutti, anche l'editore, anche gli altri editori. Probabilmente il grosso successo degli anni Sessanta deriva dalla sostituzione della 'striscia' col formato quaderno, quindi la formula editoriale. Ma io penso soprattutto dalla cura che c'è dietro. Diciamo la verità: quelli Bonelli sono dei bei fumetti, e il lettore premia la qualità. Altrimenti il successo sarebbe stato effimero, e non avrebbe resistito 45 anni! Questa qualità ce la vedevo da ragazzo, leggendo Tex, e ce la vedo ancora. A un certo punto poi il mito si autoalimenta". (27)

Sergio: "Rileggendo per l'ennesima volta dall'inizio la saga di Tex Willer, in occasione del 'varo' di questa riedizione a colori, mi sono riproposto di prestare attenzione a certi piccoli particolari che potrebbero essere alla base dello straordinario successo di cui tutti mi chiedono continuamente le ragioni, senza che io riesca mai a indicarle con precisione. Certo, negli anni Cinquanta, i due autori (Aurelio Galleppini graficamente e mio padre Gianluigi Bonelli letterariamente) avevano intrapreso un paziente, caparbio lavoro di ricerca di un nuovo stile, di un nuovo ritmo narrativo, arricchendo le vicende del loro personaggio di così tante trovate che molte di esse si notano soltanto a una seconda lettura". (28)

"Tanti i motivi di un successo che dura ancora oggi sotto la guida di Sergio Bonelli, figlio del 'papà' di Tex e autore a sua volta di sceneggiature indimenticabili come 'El Muerto' dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta. Forse il segreto sta nella abilità dei tanti autori che nel corso degli anni hanno scritto e disegnato le storie dell'infallibile eroe: dal creatore grafico Galep, alias Aurelio Galleppini, e nel prosieguo dai migliori disegnatori italiani e internazionali, a sceneggiatori come Claudio Nizzi, Mauro Boselli e Tito Faraci. Forse, nell'inimitabile mix di western, humour e fantastico che caratterizza le più riuscite avventure di Tex. Forse una galleria lombrosiana di cattivi fra cui spiccano stregoni come Mefisto e Yama, indiani come Cane Giallo o rapinatori dai mille volti come Proteus. O ancora, in un linguaggio che riesce a dare credibilità a esclamazioni come 'Peste!' o 'Tizzone d'inferno!'. Una cosa è certa: a oltre sessant'anni, Tex è ancora sulla breccia. E ci resterà a lungo". (31)

"Il successo del fumetto bonelliano è dovuto a un insieme di fattori, primo tra tutti il fatto che l'editore si affidi a una tradizione consolidata. Spiega Stefano Marzorati, responsabile ufficio stampa e sceneggiatore: 'E' come una marca di whisky scozzese o irlandese che esiste da cinquanta anni e che da cinquanta anni il cliente trova nei bar... è proprio una tradizione di rispetto e fiducia che il lettore ha verso il prodotto'. Scopo della Sergio Bonelli Editore è quello di fornire tre quarti d'ora di lettura, d'intrattenimento piacevole. Non esiste la volontà di aggiungere alla storia delle esche per attirare la riflessione di critici e intellettuali. La media delle storie bonelliane offre inoltre sufficienti garanzie di qualità: anche se esistono storie non ottimamente riuscite, l'acquirente sa cosa compra ed è verosimilmente al riparo da cadute qualitative repentine. A ciò si aggiunge l'elevata riconoscibilità dei personaggi, presenze familiari e rassicuranti, e il grande fascino della produzione seriale, legato all'abitudine piacevole di trovare mensilmente i fumetti in edicola. Chi compra il primo albo di una serie Bonelli stabilisce poi un contratto implicito con l'editore che può anche proseguire per centinaia di numeri: il lettore sa di poter contare su un personaggio, si avere una garanzia di lettura nel tempo. In più si aggiunge il fatto che per l'eroe dei fumetti il tempo non passa mai e questa consapevolezza probabilmente diviene un modo per esorcizzare il trascorrere dei giorni, un angolo rassicurante e ordinato in cui rifugiarsi a fronte di una realtà in continuo mutamento. Comprare un fumetto diventa un gesto simbolico di appartenenza alla grande comunità dei lettori bonelliani che si ritrovano alle fiere, su Internet, alle mostre e così via. Gli albi Bonelli, poi, pur affrontando generi fantastici, hanno un impianto molto più realistico di altri fumetti e questo probabilmente li rende meno sensibili alle mode. Da ultimo, bisogna considerare l'influsso positivo dell'immagine pubblica dell'editore Sergio Bonelli: una figura disponibile, che risponde personalmente alle lettere inviate in redazione, che ascolta le critiche eventualmente scusandosi per qualche mancanza, che ama parlare del suo lavoro e vivere tra la gente (un modo di porsi che è divenuto regola per chi lavora alla Sergio Bonelli Editore)". (32)

In un intervista a Corrado Mastantuono gli viene chiesto: "In occasione dell’ottantesimo compleanno di Topolino e del settantacinquesimo di Paperino, intervistato a proposito della longevità di questi due personaggi hai risposto, riporto in sintesi, che: 'La longevità di Topolino è un grande mistero, nessuna delle sue qualità avrebbe mai fatto pensare che un personaggio di questo tipo potesse durare tanto a lungo. È un mistero che avvolge anche molti dei protagonisti del fumetto italiano, uno su tutti Tex Willer. La longevità di Paperino è molto meno misteriosa di quella di Topolino. Quest’ultimo infatti deve il suo successo sostanzialmente al fatto di essere divenuto un marchio di fabbrica, un brand di una multinazionale come la Disney. Paperino invece ha il dono di una simpatia oggettiva perché ha la grande capacità di far sì che tutti si possano riconoscere in lui.' Ci avviciniamo al sessantacinquesimo compleanno di Tex, anche se hai già detto che pure per lui è un grande mistero, prova a formulare una tua ipotesi sul successo di Tex." E Mastantuono: "Non volevo essere irriguardoso nei confronti del personaggio più popolare e longevo in Italia. E’ ovvio che Tex sia una testata curata al meglio e destinata già dai suoi esordi ad avere grande seguito e successo di pubblico. Ma Tex ha qualcosa in più, una sorta di magia, di aura che seduce e attrae, una forza misteriosa che fa ereditare la passione ai figli dei vecchi lettori di Tex, e con amore rinnovato questa passione sembra destinata magicamente a non estinguersi mai". (33)

"Era perfetta la sintonia professionale di G. L. Bonelli e Aurelio Galleppini, che, unendo i rispettivi talenti, hanno impresso una svolta epocale all'evoluzione del genere western, sin dalle prime avventure del loro figlio più celebre... La fluidità della narrazione, che non conosce tempi morti, la 'serietà' con cui si sviluppano le trame, che non nascondono né sminuiscono i lati brutali e violenti della vita di Frontiera (al contrario di quanto facevano quasi tutti i fumetti italiani dell'epoca, idealmente indirizzati a un pubblico infantile), la vigorosa caratterizzazione dei personaggi, positivi o negativi, messi in scena e la costante tensione drammatica della loro interazione, degne di un vero e proprio 'film su carta': questo regalano Bonelli & Galep ai loro giovani lettori". (42)
 

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(1) Sergio Bonelli, 'Quelle esotiche emozioni', su Supermiti Mondadori I mondi nascosti, p. V-VIII, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2007.

(2) Davide Barzi e Claudio Riva, 'In corsa verso il mito', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2010, p. 8.

(3) Roberto Davide Papini, 'Il padre di Tex nelle praterie del cielo', su Il Resto del Carlino, 13 gennaio 2001, Poligrafici Editoriale, Bologna.

(4) John Vignola, 'Noi e Tex', p. 25, su "Il Mucchio Selvaggio", n. 688, novembre 2011, Stemax Coop. a.r.l., Roma.

(5) Alberto Abruzzese, 'Com'è Colt quel Tex!', su L’Espresso del 20 novembre 1988, p. 152, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(6) Luca Raffaelli, 'Dietro le chine', p. 10, su I classici del fumetto di Repubblica serie oro, n. 2, 2004, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(7) Davide Barzi e Claudio Riva, 'In corsa verso il mito', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2010, p. 8

(8) Novembre 1998. Decio Canzio, 'I 50 anni di Tex', p. 3, su Cronaca di Topolinia Raccolta/Special n. 1: Tex,  pubblicazione riservata ai soci dell'associazione culturale 'Alex Raymond', Rivoli /TO)..

(9) Marco Giovannini, 'Western: cento anni vissuti pericolosamente', Panorama del 4 settembre 2003, p. 126, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

(10) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Schede autori: i creatori - Aurelio Galleppini', p. 35, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(11) Marzo 2000. Daniele Bevilacqua "Le molteplici incursioni nel fantastico di un 'western' ortodosso", p. 61 - 64, che cita il libro 'Tex Horror', di Pasquale Iozzino e Daniele Bevilacqua, Alessandro Tesauro Editore, Salerno, settembre 1998, p. 11 - 26, su Bonelli & dintorni, di Daniele Bevilacqua e Giuseppe Pollicelli, pubblicazione riservata ai soci dell'Associazione culturale 'Zagor Club', Siracusa, p. 188, stampata a Roma, presso la Tipografia Artistica Editrice Nardibi.

(12) 2010 - 2011. Graziano Frediani, 'La Signora e il Vagabondo', p. 179, su "L'Audace Bonelli - L'avventura del fumetto italiano" La Repubblica - L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(13) Redazionale 'Il personaggio', p. 41 - 42, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(14) Redazionale 'Il personaggio', p. 41, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(15) Giulio Giorello, 'Dicono di lui', p. 45, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(16) Giulio Cesare Cuccolini, 'Dicono di lui', p. 45, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(17) Roberto Abruzzese, 'Dicono di lui', p. 47, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(18) Mauro Paganelli e Sergio Valzania, 'Dicono di lui', p. 48, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(19) Stefano Gorla, 'Dicono di lui', p. 49, su "I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini", BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(20) 9 maggio 1994. Claudio Bertieri su La ballata di Tex, supplemento a Comics n. 19, p. 10, Editore Comic Art S.r.l., Roma.

(21) Aprile 1994. Raffaele De Falco & Pino Di Genua, 'Schede autori: i creatori - Aurelio Galleppini', p. 36, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(22) Marzo 1997. Pasquale Iozzino, 'Aurelio Galleppini, l'uomo del Tex', p. 12, su L'uomo del Tex, di Pasquale Iozzino, Alessandro Tesauro Editore, Atripalda (AV).

(23) Redazionale, 'Un editore un'avventura', su tuttoWEST, n. 22, marzo 1989, p. 85, 87 - 88, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano.

(24) Sergio Bonelli, 'L'importante è viaggiare' su Tex collezione storica a colori Repubblica - L'Espresso, n. 41, 2007, p. 9 - 11, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(25) Moreno Burattini, 'Un classico calibro 45', su Il passato di Tex, classici moderni Oscar Mondadori, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, ottobre 1999, p. IX.

(26) Franco Spiritelli, 'Dossier Tex', su "Dime Press, magazzino bonelliano" n. 6, febbraio 1994, p. 40, Glamour International Production, Firenze.

(27) Fabio Civitelli, 'Dossier Tex, su "Dime Press, magazzino bonelliano" n. 6, febbraio 1994, p. 48, Glamour International Production, Firenze.

(28) Sergio Bonelli, 'Un pistolero molto 'ricercato'', su Tex - collezione storica a colori Repubblica - L'Espresso, n. 3, 2007, p. 9, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(29) Giuseppe Pollicelli, 'Dossier Mister No', su "Dime Press, magazzino bonelliano" n. 10, maggio/giugno 1995, p. 57, Glamour International Production, Firenze.

(30) Luca Raffaelli citato nel maggio 2003 da Daniele Tarlazzi a 'Tex cavalca a 'Rovigo a Strisce" 2003. Nel sito Internet: http://www.ayaaaak.net/sito/articolo.asp?t=14&id=78

(31) Andrea Voglino, 'Il 'Western milanese' che da 60 anni fa sognare gli italiani', 2010, fascicolo allegato al DVD Supergulp, i fumetti in TV, RAI TRADE, supplemento integrativo a 'I documenti del Corriere della Sera'.

(32) Giulio Saltarelli, 'Sergio Bonelli Editore. Filosofia editoriale' sul sito Internet di Komix.it ora non più disponibile.

(33) Si firma West10, 'Corrado Mastantuono - ranger capitolino', p. 54, su Tex Willer Magazine, anno 4°, n. 7, novembre 2012, periodico a cura del Tex Willer Forum, su Internet.

(34) Moreno Burattini citato nel maggio 2003 da Daniele Tarlazzi 'Tex cavalca a 'Rovigo a Strisce'' 2003. Nel sito Internet: http://www.ayaaaak.net/sito/articolo.asp?t=14&id=78

(35)

(36) Sito internet  http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=747&biografia=Gianluigi+Bonelli

(37)

(38) Il Corriere della Sera, 13 gennaio 2001, p. 8, Rcs quotidiani S.p.A., Milano.

(39) Si firma Jim Brandon 'Cari amici lettori', p. 3, sul sito Internet:http://ebookbrowse.com/tex-willer-magazine-1-pdf-d136872749 su Tex Willer Magazine n. 1, ottobre 2009

(40) Umberto Volpini, 'Il western made in Italy', su "WOW", Nuova serie, n. 2, gennaio 1990, p. 7 - 8 dell'inserto, Studio Metropolis, Monza.

(41) Pasquale Frisenda, il 29 giugno 2011, sul sito Internet Postcardcult: http://www.postcardcult.com/articolo.asp?id=3419&sezione=44

(42) Graziano Frediani, 'La più grande avventura', su 'Tex Classic' n. 3, 14 aprile 2017, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano, p. 2.

(45) Redazionale, 'Il personaggio', p. 41 - 42, su 'I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(48) Francesco Guccini, 'Dicono di lui', p. 45, su 'I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(52) Leonardo Gori, 'Dicono di lui', p. 49, su 'I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(61) Maggio 2005. Sergio Algozzino, 'Italia 1937-1948 - Spaghetti Western', su "Tutt'a un tratto - una storia della linea nel fumetto", Tunué S.r.l., Latina, p. 33-34

(76) Dicembre 1989, Aurelio Galleppini "L'arte dell'avventura", p. 61, Ikon Editrice, Milano.




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